Maggio 07, 2025
Giustizia Sociale
Lettere di Anan Yaeesh, rifugiato palestinese detenuto a Terni
Lettere di Anan Yaeesh
Anan Yaeesh è un rifugiato politico palestinese detenuto a Terni perché accusato di terrorismo.
Israele ne chiedeva l'estradizione per condanna a vita. L'Italia ha rifiutato l'estradizione ma lo processa comunque, violando il diritto internazionale che riconosce la resistenza a un'occupazione militare, con l'art. 1.4 del Protocollo aggiuntivo di Ginevra.
Inoltre al Tribunale dell'Aquila sono stati respinti i testimoni della difesa, tra cui la relatrice ONU per i diritti umani in Palestina Francesca Albanese e Amnesty International.
Al processo sono però state ammesse le testimonianze dello Shin Bet, servizi segreti israeliani, noto per l'uso sistematico della tortura.
Dal carcere, Anan ha scritto alcune lettere: abbiamo deciso di pubblicarle sul nostro sito.
Lettera del 24 settembre 2024
A tutti i palestinesi in questo mondo. Su ogni terra e sotto ogni cielo, lì in Cisgiordania della resistenza, lì a Gaza dell’orgoglio, lì all’interno dei territori occupati, e lì nei campi profughi e nella diaspora. A voi, che avete messo la pazienza a dura prova e la dignità si inchina davanti a voi, vi dico: non rattristatevi e non disperate, perché per Dio, dopo la difficoltà arriva il sollievo e dopo la pazienza arriva la vittoria. E sappiate tutti che ogni palestinese in questo mondo è un resistente. Il resistente non è solo colui che impugna un’arma, ma tu sei un resistente se respiri, sei un resistente se dipingi, sei un resistente se scrivi, sei un resistente se sogni. Basta essere palestinese per essere un resistente.
Non pensate che questo governo terroristico guidato da Benjamin Netanyahu e dal nazista Ben Gvir uccida solo i resistenti palestinesi che impugnano le armi! Ma uccidono anche neonati, anziani, donne e bambini, persino gli alberi e le pietre non sfuggono alla loro barbarie.
Vogliono eliminare il popolo palestinese perché sanno che voi siete gli unici liberi in questo mondo schiavizzato, ma si sbagliano. Non finiamo mai: se uno di noi muore, ne nascono altri dieci al suo posto, e tutti noi siamo resistenza.
Escono sui loro canali e nei loro media falsi per mostrare il resistente palestinese come un terrorista e per far apparire la resistenza come terrorismo. Giuro su Dio, vi siete sbagliati e avete fallito. Noi vi diciamo che le donne del mondo non sono più capaci di dare alla luce qualcuno come il resistente palestinese, colui che sacrifica la sua giovinezza e la sua vita per la sua patria e il suo popolo. Colui che non teme la morte né la prigione, cammina a testa alta, con i piedi sulla terra e la testa nel cielo, fiero come le montagne, con gli occhi fissi su Al-Aqsa. E quando se ne va, se ne va con coraggio, mai in fuga.
Il palestinese che lesina la sua anima e il suo sangue per la Palestina non ha diritto di essere chiamato palestinese e non ha diritto di essere sepolto nella sua terra, intrisa del sangue dei martiri. La terra lo rifiuterà, non troverà né calore né conforto, né in vita né dopo la morte.
Il terrorismo organizzato israeliano, sconfitto nella sua battaglia a Gaza e in Cisgiordania, si sposta ora verso il Libano. Sebbene abbia causato morte, distruzione e lo sfollamento di migliaia di persone, resta sconfitto di fronte alla determinazione invincibile di un popolo che non si piega. Il suo obiettivo successivo sarà probabilmente la Siria, la Giordania, l’Iraq e lo Yemen, nel tentativo di realizzare il sogno illusorio di uno Stato più grande. Tuttavia, con l’aiuto di Dio, questo segnerà l’inizio della fine per questo regime occupante.
Dove siete, leader del mondo arabo? Dove sono i comandanti degli eserciti che ogni anno si vantano della forza dei loro uomini, dei loro mezzi e dei loro aerei? Se solo avessimo un quarto delle risorse che possedete, non avremmo liberato solo la Palestina, ma l’intero mondo. Ma dove siete? Non vi chiedo in nome della vostra religione, perché sembra non esserci più. Ma è forse scomparso anche l’orgoglio e l’onore che un tempo contraddistingueva i vostri antenati? C’è qualcosa che riesce ancora a scuotervi?
Giuro che tutti voi sarete interrogati riguardo al sangue versato in Palestina e sui bambini uccisi, in un giorno in cui non potrete sfuggire alle domande. Non piango per coloro che ci hanno preceduto nel martirio, poiché hanno ottenuto una vittoria straordinaria, hanno creduto in Dio e mantenuto le loro promesse. Preghiamo Dio di riunirci a loro nel Paradiso e che li onori nell’aldilà come ci hanno onorato nella vita.
Chiediamo a Dio di elevare il loro rango nell’aldilà, come hanno elevato il nostro nella vita, poiché sono i veri custodi della dignità e del sacrificio. Sono loro che hanno illuminato il cammino dopo un lungo periodo di oscurità.
Preghiamo Dio per la libertà dei nostri valorosi prigionieri nelle carceri dell’occupazione israeliana, per la guarigione dei feriti, e che conceda pazienza e conforto ai cuori della nostra gente in Palestina e Libano. Un saluto a quelle mani che stringono il grilletto nonostante tutte le sofferenze e le sfide. E vergogna a coloro che osservano senza agire, privi di pietà e umanità verso la Palestina e i suoi bambini. Che tutte le donne della terra piangano se le donne di Palestina non possono gioire.
Un saluto e un grande rispetto agli uomini e alle donne liberi del mondo, in particolare al popolo italiano, che sfida tutte le difficoltà e rompe il silenzio per far sentire al mondo la voce della libertà e degli oppressi, dando lezioni di umanità e dicendo al tiranno ‘basta’.
Come non farlo, quando voi stessi avete resistito per anni all’occupazione nazista e fascista su questa terra?
Un omaggio di grande rispetto alla voce della verità e al faro della giustizia, Al Jazeera, che è sempre stata la voce dei popoli e a sostegno degli oppressi, senza temere il giudizio di chi critica. Che Dio vi sostenga come voce per la Palestina e la resistenza.
“Viva la Palestina libera e araba!
Viva la Palestina, la sua terra e il suo popolo!
Viva la resistenza, che Dio la sostenga!
Gloria e immortalità ai nostri martiri nobili!
Libertà per i prigionieri della libertà!
Una pronta guarigione ai nostri valorosi feriti!
O popolo palestinese, non dico altro che ciò che ha detto Allah, l’Onnipotente nel Sacro Corano: 104. "Non scoraggiatevi nell’inseguimento di questa gente; se voi soffrite, anche loro soffrono come voi, ma voi sperate da Allah ciò che essi non sperano. Allah è saggio, sapiente".
Anan Kamal Yaeesh
Lettera del 9 maggio 2024
Cara amica, dovrei spiegarti una cosa. Oggi sono in un carcere italiano perché vogliono mostrare a Israele che gli italiani sono con loro, con Israele, quindi quello che succede non è normale.
Ad esempio nel 2005, quando ero bambino, sono stato arrestato in un carcere americano e inglese perché ero nelle Brigate di Al-Aqsa. Israele ha provato a uccidermi 4 volte per questo motivo. Per la stessa ragione sono stato arrestato nel 2006 e mi hanno cacciato dalla Palestina nel 2013. Per la stessa ragione Israele ha fatto la stessa richiesta in Norvegia nel 2015 e per lo stesso motivo sono venuto in Italia, ho chiesto rifugio e l’ho ottenuto, perché sono nelle Brigate di Al-Aqsa.
Sono stato arrestato in Giordania l’anno scorso per lo stesso motivo e ora l’Italia mi ha arrestato per gli stessi motivi.
Quindi niente di nuovo, ma è qualcosa di politico, solo per dimostrare che Israele mi segue da molto tempo non solo adesso, e lo so, sono sicuro, che se sarò libero o se rimarrò qualche anno e dopo sarò libero, Israele non si arrenderà mai e non mi lascerà mai, non si fermeranno prima di uccidermi.
E questo è il loro messaggio per me, ma sicuramente non ne parleranno in TV o in pubblico.
E la polizia italiana lo sa, sono sicuri al 100% che Ali e Mansour sono solo miei amici. Non fanno niente e non sapevano niente, ma li hanno arrestati solo per dire che la polizia ha arrestato un gruppo di terroristi non solo Anan, che lo vuole Israele.
Quindi la mia vita non è segreta, la gente non mi conosce, ma tutta la polizia di tutti i paesi mi conosce molto bene, è solo un gioco politico.
Ma, come ho detto prima, non mi arrenderò mai finché non avremo la nostra libertà per la Palestina e i palestinesi, perché la mia vita e tutto quello che ho è per la Palestina, perché la Palestina merita sempre di più.
Grazie mia cara, e grazie a tutti quelli che ci sostengono. Sì, Flavio mi ha detto che il 30 aprile c’è stato un gruppo di persone che si sono presentate in tribunale a sostenermi, e come sicuramente sai Israele ha respinto la richiesta, ma è solo un gioco tra di loro.
Ma ora il mio tribunale sarà pubblico, non come prima. Quindi chiunque potrà entrare e guardare. Quindi mi piacerebbe vedervi lì. Certo, sarò nella telecamera ma posso vedere tutto.
Grazie a tutt per il vostro potere e le vostre parole positive; ed è vero che noi non saremo mai terroristi, perché la resistenza è un atto di amore, e io, che amo la vita più di chiunque altro, preferirei morire per ottenere la libertà del mio popolo, per vedere tutti i bambini in Palestina andare a scuola senza paura, per vedere tutte le ragazze andare per strada senza paura, quindi amo la mia vita, ho molti sogni come tutti in questa vita, ho molti sentimenti nel mio cuore, amo vivere in pace e farmi una famiglia, ma la Palestina è la cosa più importante prima di ogni cosa e prima della mia vita.
Cara amica ancora una volta grazie per ogni cosa e spero di poter fare te e tutti quelli che sono con te, felici un giorno
con tutti i miei auguri e un grande abbraccio
Vostro amico
Anan Yaeesh
Palestina per la Palestina