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ETHNIC PROFILING
Settembre 15, 2021
Giustizia Sociale

BLACK LIVES MATTER: GLI ABUSI DELLA POLIZIA E LA VIOLENZA ETNICA ESISTONO ANCHE IN EUROPA

Approfondimento di Sara Manisera, FADA Collective

La morte di George Floyd a Minneapolis, per mano di un agente di polizia, ha dato vita a una lunga serie di manifestazioni che hanno raggiunto anche le principali città europee. Le persone scese in piazza, unite sotto lo slogan "Black Lives Matter", hanno manifestato per dimostrare solidarietà alla popolazione afroamericana statunitense, vittima della sistematica violenza della polizia. Queste proteste, tuttavia, hanno iniziato a far riflettere anche sulla situazione in Europa, dove il problema del razzismo della polizia è molto spesso ignorato dai media e dalle istituzioni.

I casi di giovani ragazzi di origine africana o araba uccisi dalla polizia negli ultimi anni sono sempre più numerosi anche nell'Unione Europea. Come evidenzia il report "Being Black in the EU", quasi un terzo dei neri europei ha subito molestie razziste nei cinque anni precedenti la pubblicazione del rapporto nel 2018. Michael O'Flaherty, direttore dell'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali (EUAFA), che ha compilato il rapporto, ha dichiarato che "la discriminazione razziale e le molestie sono molto diffuse nell'UE e che la profilazione razziale da parte della polizia è una pratica comune".

Ma che cosa si intende per ethnic profiling o profilazione razziale?

 "Qualsiasi comportamento o pratica discriminatoria effettuata dalle autorità di polizia e pubblica sicurezza o altri attori pubblici, nei confronti di individui e giustificata in ragione della loro razza, religione, origine nazionale, piuttosto che del loro comportamento individuale o del fatto che essi rispondano alla descrizione di una persona "sospettata"". (Commissione Europea, lettera dd. 7 luglio 2006)

"L'uso o l'influenza di stereotipi razziali, etnici e religiosi da parte delle forze di polizia nelle proprie attività e con riferimento alle decisioni concernenti il fermo, l'arresto, la perquisizione, l'identificazione ed il controllo dei documenti delle persone, l'inserimento di dati personali in database, la raccolta di informazioni di intelligence e rispetto ad altre tecniche investigative" (J. Goldston, Direttore esecutivo dell?Open Society Justice Initiative in Ethnic profiling and counter-Terrorism: Trends, Dangers and Alternatives, June 2006)

La pratica della profilazione razziale è sempre più al centro di numerosi dibattiti nazionali e internazionali. In ciascun Paese essa sta assumendo rilevanza diversa. A gennaio 2021, i giovani di alcune minoranze residenti a Bruxelles si sono scontrati con la polizia dopo la morte di un ragazzo nero di 23 anni in custodia. Sia il governo francese che quello spagnolo stanno affrontando cause legali per i controlli discriminatori della polizia. In Francia, ad esempio, Human Rights Watch insieme ad altre cinque organizzazioni francesi e internazionali ha avviato una class action contro il governo francese per spingerlo ad adottare riforme strutturali per porre fine alla lunga piaga dell'ethnic profiling da parte della polizia in Francia. Nel frattempo il 24 novembre 2020 l'Assemblea nazionale ha approvato una legge controversa sulla "sicurezza globale" che ha scatenato ampie manifestazioni. Il dibattito in Senato è iniziato il 3 marzo 2021 e, se passerà, renderà reato condividere immagini e video che identificano gli agenti di polizia. Al tempo stesso, la legge permetterà alla polizia di usare droni e meccanismi di sorveglianza di massa, come sistemi di riconoscimento facciale, che potrebbero amplificare il razzismo della polizia ed esporre le minoranze etniche, più a rischio di essere identificate, come denuncia Amnesty International.

La profilazione razziale da parte delle forze dell'ordine in Francia è un problema diffuso e ben documentato. Organizzazioni nazionali e internazionali, istituzioni francesi per i diritti umani e le Nazioni Unite hanno chiesto alla Francia di prendere provvedimenti per prevenire e punire la discriminazione etnica o razziale da parte degli agenti di polizia. Uno dei casi più noti è quello di Adama Traoré ucciso mentre era sotto custodia della polizia francese nel 2016. Dopo che la polizia aveva informato la famiglia della morte avvenuta per arresto cardiaco e dopo aver cercato di far rimpatriare frettolosamente la salma del giovane in Mali, la famiglia Traoré riuscì a ottenere il permesso per una seconda autopsia che constatò la morte avvenuta per asfissia. Dopo quattro anni di indagini, i responsabili ancora non sono stati condannati.

Le proteste per la morte di George Floyd lo scorso anno hanno provocato un'ondata di manifestazioni e indignazione anche in Francia. Il suo non è l'unico caso. Secondo l'ONG "La Police Assassine" ("La polizia uccide"), quasi 100 persone sono state uccise dalla polizia francese tra il 2005 e il 2015. Plataforma Gueto, un movimento sociale sui neri in Portogallo ha dichiarato che i 8 neri tra i 14 e i 30 anni sono stati uccisi dalle forze dell'ordine tra il 2002 e il 2013.

E in Italia?

Gli episodi di "ethnic profiling" esistono anche in Italia ma, come spiega Kwanza Musi Dos Santos, 28 anni, consulente in diversity management, attivista e co-fondatrice dell'associazione Questa è Roma "non abbiamo gli strumenti per misurarlo e per dire che questo è un problema sistemico. Attraverso i social e le denunce di alcune associazioni capiamo che esiste ma non sappiamo l'entità perché non lo misuriamo e perché non ci sono fondi per la ricerca". Dos Santos spiega inoltre le differenze di "ethnic profiling" tra Italia, Francia e Stati Uniti. "A differenza degli USA e della Francia dove nero è uguale a criminale, in Italia il nero è associato a straniero. Chiaramente è sempre razzismo ma assume forme differenti. In Italia se vedono un nero, ti chiedono di dove sei o di mostrare il permesso dei soggiorno. La verità è che è stata cancellata la storia dei neri in Italia e quindi tutti i neri sono considerati ancora oggi stranieri. Avremmo bisogno di investire nella formazione delle forze dell'ordine per risolvere il problema e per evitare che queste forme di razzismo e di ignoranza assumano le dimensioni francesi o statunitensi".


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